Storia e motivazioni di sarcasmo politico

Di Giovanni Amicarella

Forse uno degli aneddoti più divertenti che come partito abbiamo da raccontare.

Io e Giuseppe Di Pasqua, due dei fondatori ufficiali, usciti trionfanti dallo studio notarile il 27/07/2021. Foto di @hazelasters.

Qualche tempo fa, quando ancora questo sito neanche esisteva e non eravamo ufficiali, ricevetti attacchi abbastanza acidi (che poi si sono estinti similmente ai dinosauri senatoriali che rappresentavano, in alcuni casi “rappresentano tutt’ora”) basati sul mio grande amore per la divulgazione storica e sulla mia idea politica marcatamente oltranzista. Da lì, venni definito un “individuo dalla ambizioni dittatoriali”, con tentativi a tandem di gioventù democratica nel collocarmi nell’estremo destro ed in quello sinistro simultaneamente.

Raccontai l’aneddoto, ci spolmonammo dalle risate fra familiari, amici, compagni d’avventura e persone che seguono la pagina Instagram. Da lì, prevalse il sarcasmo.

“Socialismo italico” divenne SOCIT, citazione al magnum opus di Orwell, in cui un partito, il SOCING, tesse le fila dell’oppressiva distopia completamente opposta alla nostra idea di società. Azzeccato no?

Ebbene, credo di aver fatto tesoro delle mie esperienze passate nella politica studentesca: io, al contrario di altri, so perfettamente come farmi due risate su quisquilie del genere. Inoltre, so di poter contare su chi si imbarca in questa associazione politica (che sta aprendo al tesseramento ufficiale), perché non lo fa per attirare l’attenzione del fossile di turno, né tantomeno per invidia personale. Ma solamente per ideale, visto che noi allori non abbiamo da offrirne alcuno.

Potessimo dire lo stesso di tutti, il dibattito politico sarebbe ben più civile e molto meno…rancoroso. E forse tutti questi anni di blaterismo avanzato, avrebbero effettivamente avuto dei frutti.

Certificato di registrazione presso Agenzia delle Entrate, arrivato il 24/08/2021. Foto di @hazelasters.

Il perchè si sia scelto un termine antisonante e presuntuoso come “socialismo italico”, è abbastanza semplice: riteniamo che il socialismo sia l’unica punta di lancia abbastanza forte da spezzare il giogo capitalista, specialmente nelle forti radici italiane; italico sta ad indicare e a valorizzare un fattore spesso negato dalla chiave di lettura borghese della società: l’esistenza delle identità territoriali. Italico, perciò, va a creare un concetto ad ombrello su tutte quelle identità soppresse in favore del capitale, amante della lesta costrizione.

Una delle prime immagini dei sindacalisti rivoluzionari, di poco antecedente alla frattura fra la corrente ed il PSI, con la formazione dell’USI fondata nel 1912 e soppressa dal fascismo nel 1925.
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