Fra ideologia e denaro

La situazione dell’incuria statale e la spinosa vicenda del “congelamento” di terreni agricoli o boschivi in vincoli burocratici ereditari merita uno studio ed una pianificazione all’interno di un più ampio concetto economico, secondo noi, d’uopo alla risoluzione del tutto.

Da www.meteoweb.eu

E’ necessario spezzare in due il problema, il primo è l’aspetto esclusivamente economico:

  • L’insostenibile leggerezza con cui lo Stato rimuove fondi a comunità locali che si occupano della manutenzione, oppure taglia direttamente il proprio personale, in nome di un risparmio scarno e di rischi veramente molto alti. Da condannare pesantemente, ed è per questo che noi siamo al lavoro nella ricerca di punti di criticità amministrativi e legali da cui scaturiscono questi idiotici ritmi.
  • La permissività legale con cui si lasciano, in un periodo di totale crisi economica e sociale, terreni agricoli e edificabili congelati in situazioni di incertezza ereditaria o successione in carico allo Stato (che però non agisce). Affrontabile solo con una pesante riforma della legge di proprietà, includendo le situazioni di grave incuria, nonchè la programmazione di attività statali per il ripristino delle loro funzioni, non solo abbassando la disoccupazione ma creando anche lavoro intorno ad essi (servizi per i lavoratori e le famiglie, maggiore affluenza di persone in zone dimenticate, ecc.)
  • L’abolizione totalmente casuale e populistica della Guardia Forestale, il cui ruolo nella prevenzione degli incendi era assolutamente centrale. Ovviamente la soluzione è rappresentata da un ripristino di tale forza, in chiave diversa.
Da aostanews24.it

Il secondo è, immancabilmente, l’aspetto ideologico:

  • La canalizzazione e la “reductio” a riscaldamento globale dei fenomeni incendiari, portato avanti da stampa e associazioni reazionarie marcatamente (a loro detta) ambientaliste. Pur non negando un’assoluta coadiuvazione del riscaldamento globale, con un importante calo nelle precipitazioni, negli ultimi incendi specialmente, lo spostare l’intera attenzione su quest’ultimo per consensi nega la radice del problema in toto. Oltre che essere dannatamente infantile.
  • Il concetto di “opera idrogeologica per bene comune”, non remunerativa per il privato, non è contemplata nello sterilissimo sistema capitalista. Dove, anzi, abbiamo leggi come il “minimo ribasso” negli appalti, che ha causato un vasto numero stragi nel tentativo di ottenere una cresta sui costi. Supponiamo non serva fare esempi, anche per rispetto delle vittime e dei familiari.
  • La totale mancanza di piani comuni fra regioni, province, comuni (nella maggior parte dei casi) per pure motivazioni edonistiche, personalistiche o di partito, porta spesso a veri e propri “parapiglia” sulla gestione di situazioni a rischio. Spesso con approcci diametralmente opposti da un confine all’altro. Problema di complessa risoluzione, in quanto richiede in primis un lavoro sulla distruzione del cancerogeno problema del partitismo becero, quello che “ad ogni costo basta che ci sia il mio logo”.
Da independent.co.uk
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