Efficace e numerosa, la manifestazione pur riuscendo nel suo intento egregiamente, ha sottolineato delle fratture non più celabili nel fronte socialista.

La manifestazione in favore degli operai della Gkn ha sottolineato delle criticità interne alla collaborazione di gruppi socialisti, prime fra tutte i contrasti ideologici. Spesso infatti imperversa in questi ambienti una vera e proprio caccia alle streghe nello scovare coloro considerabili più autoritari o fintamente socialisti, addirittura spesso rivolta specialmente contro chi cerchi unità.
Per molti ambienti, la ricerca di unità socialista è considerata non solo deleteria, quanto un tradimento delle idee del gruppo padre/madre in favore di influenze esterne, spesso ridotte a semplici suggerimenti inascoltati.
Ad oggi i gruppi comunisti giovanili più ampi non superano di molto le cinquecento unità, un bel tracollo viste le decine di migliaia che raggiungevano prima della borghesizzazione della sinistra, con la nascita di quell’aborto spontaneo del centrosinistra.

Queste tensioni, insomma, ricordano per certi aspetti altri periodi storici in cui le divisioni di partito hanno permesso a figure scaltre di imprimersi a fuoco nello scenario nazionale ed internazionale.
Se le giovanili sono considerabili delle dure e pure ideologhe, non si può certo dire lo stesso per i partiti madre, spesso ancorati da una guida attempata e ideologicamente lenta. Noi del SOCIT, seppur differenti ideologicamente essendo noi sindacalisti rivoluzionari, vi invitiamo comunque a liberarvi da queste catene e formare dei partiti giovani, vostri e ideologicamente forti.
Troppo spesso, infatti, queste scissioni sono motivate da pure manie di protagonismo, a cui noi giovani dobbiamo ribellarci con forza enorme, sia per portare avanti le nostre idee, sia per evitare la frammentazione deleteria in una nube frammentata di microscopici partitini.
Se noi siamo l’unico partito sindacalista rivoluzionario, voi dovrete essere l’unico partito socialista, o l’unico comunista. Qualsiasi altra strada vi porterebbe inevitabilmente ad un isolamento della dottrina ed un frammentamento elettorale.
Altro punto che ha abbastanza stranito, e dimostrato assenza di dialogo, è il numero dei partecipanti: secondo la stampa più prona al capitale eravamo pochi, ma secondo alcune pagine comuniste eravano decisamente troppi. Perfino fra persone che erano spalla a spalla al corteo, le variazioni sono nell’ordine delle DECINE di migliaia, cosa assolutamente inaccettabile, visto che ci si gioca la credibilità della causa per cui gli operai stanno versando lacrime e sangue.
La buona notizia, per lasciare un sapore dolce in bocca, è che i licenziamenti vanno verso la revoca. Quindi grazie a tutti coloro che hanno partecipato, di qualsiasi ideologia, di qualsiasi partito. Abbiamo dimostrato che, se vogliamo davvero, possiamo spaventare i potenti.