I centristi, specialmente nel ramo sinistro, si sentono come minacciati dalla nascita di nuovi movimenti non allineati. Il tutto dimostrato da una notevole coda di paglia passivo-aggressiva.
Parli sempre di loro, l’universo rappresenta una loro stessa ramificazione per cui loro sono perenni vittime del tuo sarcasmo tagliente. E’ forse così? Dipende dai casi.

L’esperienza nella politica giovanile, infatti, insegna ad alcuni dialettica ed ad altri atteggiamenti parecchio tendenti al cerchiobottismo. Tuttavia è bene specificare che gli odierni problemi nella politica nazionale non sono ricollegabili a estremizzazione dei concetti, quanto ad una polarizzazione centrista: è infatti il non avere un ideale preciso che ha trasformato il cambiamento in stagnamento.
Le tattiche sono poco originali, si va dalla “reductio ad hitlerum” alla “reductio ad stalinum”
L’anti-centrismo viene sempre tradotto con attacchi mirati al far passare l’avversario come autoritario della peggior specie, quando de facto l’idea alla base è l’esatto opposto. La traslazione di voti del cittadino in manovre con al centro (gioco di parole necessario) altri interessi, è molto più simile ad una formula totalitaria dei precetti indicati dagli esecutori materiali di tale tattica come “totalitari”.
A fare gola, specie nel centrosinistra, sono i trampolini
Sia essa una manifestazione borghese che permette di prendere due mi piace sui social, o intere pagine di giornale, o addirittura spazi televisivi, giocare con i centristi comporta dei vantaggi notevoli. Il succo però è se ciò valga la candela. Supponiamo di prendere ad esempio il nostro partito, il SOCIT, e di prendere dei corrispettivi associazionali della sfera di centrosinistra. Supponiamo anche che il loro fondo cassa sia esorbitante. Quel che resta impossibile è comprare consensi.
La validità dei due approcci si vede dagli ascolti pietosi del programma messo a disposizione, confrontato alle migliaia di viste del sito di un partito che se lo è fatto da solo. Per non parlare delle differenze di dimensioni (senza acquisti massivi di seguaci) delle rispettive pagine social.
Ciò è semplicemente non falsificabile.
L’idealismo spicciolo spesso è intersezionale a sé stesso
La mancanza di idee, le minestre riscaldate, i discorsi masticati e gli spot sempre uguali vanno a braccetto. Ciò equivale a dire che questa tipologia associativa emerge come funghi saprofiti su un albero marcio comune.
Tuttavia, perfino la formazione di decine di gruppi, li mantiene nel perenne svantaggio numerico basato sulle manie di protagonismo dei singoli “capi”. Un autentico gioco al massacro che, ammettiamolo, a noi della concorrenza non porta altro che vantaggio.