Una notturna sessione di scrittura di gruppo si trasforma in un irridere chi su Twitter fa tanta tragedia per dover tornare alla realtà non digitale per qualche ora. Temevamo il contrattacco sionista, il complottone, ma era solo il caro vecchio Zuck.
La pagina Instagram (unico social che abbiamo a livello di partito) sembrava essere persa, invece è venuto fuori che è stato un problema tecnico globale. Tanto per parlare di fortuna. Israele e Turchia urlano all’attacco hacker, se così fosse mi dolgo delle immagini preziosissime tratte da giornali o foto di criceto che potrebbero ottenere dal mio profilo o da quello del partito. Rabbrividisco al pensiero.
Facebook perde colpi in borsa, quasi istantaneamente
-5% senza possibilità di appello, per una chiara responsabilità non propria: tutti sanno che Paragone e Calenda si sono alleati cyberneticamente per evitare l’ironizzare sui loro risultati elettorali (da noi previsti, oltretutto).
Hacker? Più probabile che Zuck abbia sovraccaricato la “ciabatta”
Sembra che il problema derivi semplicemente da un sovraccarico dello stesso impianto che tiene tre piattaforme titaniche. Parlando di genio. Non è la prima volta che accade, ma è la prima volta che questo fa avere dei cagozzi ai Ferragni. Ha fatto più un server singhiozzante che una patrimoniale. Ironia a parte, casi simili erano già accaduti con Facebook, tuttavia sembra che Zuck non abbia imparato la lezione, commettendo lo stesso errore con però altre due piattaforme aggiunte.
Talmente dipendenti da Instagram, da essercene accorti in tarda serata
Beati gli altri partiti/movimenti che hanno avuto tempo di lamentarsene altrove. Noi eravamo a delineare importanti strategie di consolidamento ed a stilare il calendario delle prossime manifestazioni, in cui delegazioni del SOCIT si uniranno in lotta ad altri gruppi, nonché viceversa. Quelli di noi che lavorano, lavoravano. Quelli che studiano, studiavano.
Consono affermare che la nostra differenza con la concorrenza si veda anche dal tempo libero?
