La nuova lotta alla satira, si fa più ridicola che mai.
Il celebre articolo 13 europeo, al momento in stallo, ha forse rivelato una preoccupazione politica non indifferente: l’incapacità di controllo della satira.
Molto spesso infatti i “meme” sono stati bersaglio di critiche sui messaggi e le forme con cui li fanno veicolare, spesso accampando scuse sul “copyright” di determinate immagini (seppur rientrando a pieno nel diritto d’uso e senza esserci fine di lucro), arrivando addirittura recentemente alla segnalazione sui social di svariate immagini satiriche con bersaglio i soliti beniamini del capitale.
Il meme rappresenta forse la nuova arma politica? Evitando di scadere in iperboli decisamente eccessive, il meme è un mezzo di satira che tende ad eccellere per la capacità di comunicazione breve e immediata. Ovviamente non abbatterete il sistema con delle immaginette ma è innegabile che per avere una reazione così accesa da parte dei governanti, esse siano effettivamente un sistema di veicolazione a suo modo problematico ed incontrollabile per gli stessi.
Sempre più politici infatti muovono passi maldestri per tentare di accaparrarsi il vettore di comunicazione (non serve ricordarvi la roba imbarazzante con draghi e citazioni fantasy sui profili di FdI e +Europa), oppure, come in Gran Bretagna, si punta al voler accostare in modo decisamente ancora più maldestro i meme alla propaganda r*zzista, sviluppando delle interrogazioni parlamentari di discussione su una rana che ride di un rigore andato male negli ultimi europei calcistici.
La satira è sempre stata una croce ed una delizia per i potenti, ed è la motivazione principale per cui anche noi ci dilettiamo a fare meme: la satira cocente è la risata del lavoratore e l’arrovellamento del politicante.