Il centro non “fa centro”, ed anzi sembra che ripeschi la sua dialettica da una logica perpetuamente inadeguata.
Letteralmente il 90% dei dibattiti politici in Italia sembra la copia carbone di pre-scolari che si rubano i pastelli o si tirano i capelli, specie quando si tratta di argomenti socio-economici complessi. La mancanza di dialettica si fa sentire, specialmente, sulla questione immigrazione.
Da ambedue le parti trattato con troppa leggerezza, quasi come se fosse qualcosa di risolvibile al pari di uno starnuto: sì, cioè far finta che l’Italia sia una sorta di paese economicamente e socialmente stabile in grado di supportare chiunque per decenni; no, cioè far finta che l’Italia non faccia parte di una federazione di stati e rientri in accordi internazionali che non le consentano di fare altro.
Nessuna via di mezzo. Perchè il pragmatismo non porta voti.
Nessuno affronta la radice del problema in modo forte, come bisogna fare in questi frangenti: sì, ogni tanto blaterano di cosa facciano Francia ed altre potenze neo-colonialiste in Africa, ma nessuno pone soluzioni. Nessun embargo, nessuna sanzione proposti ad enti internazionali o unilateralmente.
“Chiediamolo all’Unione Europea”, che sicuramente sarà disposta a punire un soggetto che l’ha fondata e che a livello amministrativo ne gestisce una gran fetta. Ne siamo certi.
Poi la gente cerca gli “estremi” e si va a latrare sui mezzi stampa.