Parafrasando la dichiarazione di Sorgi (PD), non più recente ma quanto più attuale, il governo Draghi non può cadere e se anche cadesse c’è l’opzione governo militare.
Definita in un secondo momento un’iperbole, noi mettiamo le mani avanti in quanto non siamo qua a fare il processo alle intenzioni, ma a sottolineare un fatto.

Una repubblica non funziona così, l’idea che un governo non possa cadere, anche se tecnico, e che in ogni caso si possa ovviare con un governo militare (ricorda molto i colonnelli in Grecia come concetto) anch’esso non eletto, ma col facile rischio al contrario del tecnico di cadere nell’incostituzionale, è assolutamente l’opposto del concetto di “res publica”.

Se l’attuale Costituzione prevede legittimità, anche per cavilli o formule, di un fenomeno del genere, abbiamo la dimostrazione che servono modifiche efficaci da attuare per mezzo del volere popolare. Anche soltanto prevederne l’eventualità di questi “smottamenti tecnici” è problematico.

La certezza di un governo impossibile da far crollare si deve per caso alla buona riuscita dell’operazione simpatia che ha portato alla beatificazione di Draghi stesso? Come al solito, la stampa dice una cosa, il lavoratore dice l’opposto.

Cosa che ora più che mai vediamo quando il lavoratore stufo protesta e la stampa lo dipinge, inevitabilmente, come terrapiattista.

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