La rivista britannica “The Economist” proclama l’Italia paese dell’anno.

The Economist decide anche stavolta di stupirci con un turbinio per nulla inaspettato di propensione alla leccata di culo, tutte in salsa draghiana.

L’Italia è il paese dell’anno non per i risultati negli svariati campi competitivi, ma perché c’è Draghi. Ed il problema è che quest’anno con le morti sul lavoro registrate, abbiamo raggiunto un traguardo decisamente poco felice. Tornando a Draghi.

“Draghi è un premier competente e rispettato a livello internazionale ed è supportato da una maggioranza che ha sepolto le divergenze a sostegno di un programma di profonde riforme”.

Sepolto.
Mai termine fu più adatto per descrivere il parlamentarismo borghese, quello che nel programma in dieci punti che da ieri potete consultare e scaricare è citato due volte, la prima sfumatamente la seconda in modo decisamente diretto.

Non hanno “sepolto” un bel nulla, se non il volere popolare, per l’ennesima stra odiata tecnocrazia si burocrati, banche e reumatismi. Se veramente fosse una situazione ben accetta dal popolo, non si spiega come mai abbia dovuto (ufficialmente per dei no v*x kttv, potevano usare i terrapiattisti o i pastafariani ma in quel momento erano occupati) raddoppiarsi la scorta davanti casa, nonchè vietare le manifestazioni di corteo che rechino di per sé del dissenso.

È un atteggiamento che smentisce qualsiasi articolo e qualsiasi lisciata di pelo. The Economist, insomma, segue il proprio DNA, alla lettera.

Sepolto.
Sepolto è anche un termine cupo, macabro. Qui inteso come strette di mano per un bene superiore, ma sia mai che tale “superiore bene” prenda una parallela diversa da quella indicata. Specialmente quella in cui a dettare legge non sia del pesante “riformismo”.
Ipse dixit.

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