Più che una riforma, quella attuata con il disegno di legge 2353, approvata a fine settembre del 2021, quasi un’amnistia. Virgolettato d’obbligo.

Obiettivo principe, buco nell’acqua: nessun accorciamento dei tempi processuali per gli imputati, anche per mafia, ma cambiamento nei criteri di improcedibilità. De facto un grande aiuto, involontario, ai politici collusi con essa.

Finito infatti il periodo, di due anni a decorrere dal novantesimo giorno successivo alla scadenza, dipendentemente dalla gravità del reato (con maggiorazione in alcuni casi) il processo si chiude definitivamente.

Il 32% dei processi dall’attuazione della normativa sono improcedibili, quanto sostenuto dal CSM, il che non significa che si sia arrivati ad una sentenza soddisfacente per chi coinvolto.

Insomma, un coitus interruptus legale che giocherà a favore di pochi. Come al solito.

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