Il 110% ha aperto la sua messa in atto con una gigantesca diffidenza iniziale, leggendone i cavilli, ben motivata: le condizioni per rientrarvi, infatti, sono tutte tranne che semplici.

La riqualificazione energetica delle abitazioni è un cavillo decisivo per la questione energetica nazionale, tuttavia il rischio di non rientrare nel bonus, una volta finiti i lavori, porta molti a farsi da parte.

Aumenta insomma anche il precariato fra gli edili, con operai spesso ingaggiati per questo genere di interventi, ritenuti a basso costo, da appena entrati o direttamente in prova. Esponendoli alla fine a rischi più alti.

Altro cavillo è la questione ambientale, che spesso cozza: aumento del “cappotto” di rivestimento alla casa, fino a 8-12 cm, per conservare la temperatura, per poi portare a dover cambiare nuovamente interi impianti ed infissi. Caso assurdo è quello dei comignoli, sottoposti ad uno sgravo al 50%, per poi rientrare nel bonus a 110% con indicazioni del tutto diverse.

Insomma, una gran confusione, su cui il governo già si lava le mani in quanto ritiene il tutto perfetto e funzionale. Per stessa ammissione.

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