È bastato vedere le reazioni di chi non fa parte della congrega elettiva una volta sentito del risultato. I denti che si grattugiavano tra loro ed il fumo che quasi dalle orecchie diventava letterale.

Questo risultato al popolo non piace, non piace nemmeno a gran parte dei tesserati ai partiti che reggono la baracca. Era stato promesso di tutto, da un magistrato che ha lottato contro le delocalizzazioni, a presidenti della camera, a una donna solamente in quanto tale tanto per (una delle pagine più basse e deludenti di questa insipida edizione).

Alla fine, il boccone indigesto, il bis che nessuno voleva, è qui. E noi ripetiamo a gran voce che siamo per l’elezione popolare del PdR proprio per evitare queste situazioni.

Rappresentare un popolo, non voluto dalla maggioranza, dopo aver visto chiaramente che le elezioni si sono giocate (come indicato nei precedenti articoli) a strette di mano più o meno silenziose, senza farsi un’idea di cosa volessimo noi cittadini.

Alla fine, tanto per fare anche noi il bis, ad esultare sono solo quelli con le mani sudate per la preoccupazione di cosa accadrà domani, quelli che sperano di aver rimandato l’inevitabile. Alla fine, tris, a gioire sono i giovani con la mentalità da vecchio che sperano che il papino di turno li faccia alfiere.

Ma chi non è felice, è l’uomo che lavora. Quello che non ha le mani sudate, ma la fronte.
Noi staremo sempre dalla parte del popolo, del proletariato.

Senza arretrare di un passo.

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