Contrordine perfino dai più convinti sostenitori dell’allenamento delle sanzioni, uniti nella linea con i più vivi sostenitori, da Di Maio a Letta sembra che un accordo per il blocco possa effettivamente sopraggiungere.

Le conseguenze, inutile dirlo, sono previste come disastrose da tutti. Anche se Cingolani a tal proposito si dice ottimista, in quanto per alcuni mesi non dovremmo avere problemi seri a sua detta.

E se lo statismo si riduce a visioni di pochi mesi in pochi mesi, altri sono di ben altra opinione: Draghi spinge con cautela, tenendo fronte alla linea europea, Macron allo stesso modo vuol essere sicuro che la situazione sia il quanto più gestibile possibile.

Corsica e sud della Francia hanno già dimostrato una certa insofferenza al governo centrale, un’eventuale stretta di cinghia potrebbe essere il chiodo nella bara ad una situazione fin troppo tesa da decenni (in alcuni casi, da secoli).

Letta fa quel che riesce meglio al centrosinistra brandendo un si suppone, quanto in via di indagine dall’ONU quindi ancora non confermato, ecc***o di civili a Bucha, a mo’ di paletta schiacciamosche contro chiunque dica qualcosa un millimetro fuori dalla linea della guerra aperta alla Russia.

Fa venire il voltastomaco che si cavalchino crimini di guerra per portare avanti le proprie posizioni, ed è uno schiaffo alla memoria dei civili coinvolti.

Sull’esprimersi in tal merito, spetta certamente all’ONU svolgere le adeguate indagini, e non certo a qualche zelante doppiopetto nostrano, che ha una concezione politica che abbiamo in programma di decostruire alle fondamenta.

Perché essere contro una guerra significa anche essere contro agli sciacalli che se ne cibano.

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