Per alcuni politici nella storia italiana, il compromesso fu causa di stima o ironia, più o meno velate e ponderate a seconda dei casi. Tuttavia, se vi è una figura che tutto si attira tranne che simpatie per il suo trasformismo, esso è Matteo Renzi. Ma passiamo subito ad un’analisi. Inizia la politica parlando come un pentastellato, solo senza il “vaffanculo” di grillina tradizione, lui asfalta, lui agisce. Fase mediana, il celebre “referenzum”, l’annuncio della fine della sua vita politica dopo la sconfitta. Fase tarda, un Renzi che non nasconde di essere a conoscenza della sua morte elettorale, una senettute che si protrae giusto giusto grazie al partito da lui fondato, Italia Viva, ed alle sue risicate percentuali, con cui comunque sente di poter avere potere di ricatto nei confronti del governo. Renzi incarna a pieno un fenomeno, secondo me destinato a ripetersi più volte ma già rivisto nei cinquestelle, il triumvirato del fallimento. Inizio ribelle, maturità riformista, senettute da paraculo.

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