Oramai nell’aria, da parte di correnti (realmente) socialiste di diversa collocazione politica, emerge un malcontento comune. L’attuale sistema politico offre una larga piattaforma a qualsiasi partito liberale o filoliberale, offre un piccolo spazio ai due estremi, ma non offre alcuno spazio a posizioni realmente sociali. Inizialmente, qualsiasi socialista cristiano o comunque non marxista della corrente di Saint-Simon, Fourier o Owen, così come qualsiasi socialista più sindacalista come De Ambris, troverebbe difficoltà a trovare il proprio posto a livello politico in un partito odierno, in cui tali idee vengono date per defunte. Ma in fase successiva, emerge la volontà di comunione fra diverse correnti con punti in comune, proprio per ritagliarsi, grazie al numero, un piccolo spazio alla luce del sole. Quello a cui invitiamo, nonché quello che abbiamo portato avanti grazie al partito, è definibile nel breve periodo come tale: compromesso antiliberale. Un’alternativa, una nuova strada, nuova linfa vitale con radici ignorate dalla maggior parte degli elettori. Tuttavia, la semplice ragione per cui gli estremi trovano in realtà posto in questo compromesso è semplice: spesso non siete fascisti o comunisti, siete semplicemente italiani stufi del liberalismo. Volete una Nazione che non ignori le vostre difficoltà ma che lotti al vostro fianco.

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