“Stati Uniti d’Europa” dicono alcuni, ma il panorama politico sembra indirizzato verso altro. L’Europa a differenza di altri continenti ha vissuto un progresso politico e culturale molto diverso, con una grande quantità di regioni che racchiudono identità a sé stanti. E se è vero che in Italia il separatismo è un vezzo politico principalmente goliardico di partiti e partitelli, all’estero la situazione è molto sentita, basti pensare a casi come quello catalano. Principalmente, mentre a Catalogna e Scozia basta anche solo una maggiore autonomia, la Francia rischia invece di cadere a pezzi, con Corsica Occitania e Bretagna non propriamente inclini ad un federalismo allargato.

Specialmente in ultima battuta, con l’uccisione di Colonna in Corsica e l’inasprimento nel contrasto politico, frutto delle ultime elezioni presidenziali francesi, fra Nord e Sud della Francia, la situazione a livello “federale” si fa sempre meno rosea.

Molto spesso i movimenti indipendentisti godono di un certo favore in periodi di contrasto e difficoltà economica, basti vedere la comparsa (o meglio, ricomparsa) momentanea, qualche anno fa, nel Veneto o la fantomatica “Padania”.

Ennesimo chiodo nella bara al progetto di federalismo europeo è sicuramente stata la fumata nera sulla decisione di un embargo comune al petrolio e gas russo. Che sia l’inizio dello sgretolamento del colosso?

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