“Se l’Italia lasciasse l’UE provocherebbe una tragedia. Ma se l’Italia resta nell’UE con le attuali regole allora la tragedia succede in Italia” a dirlo non è un idiota qualsiasi, come a qualcuno conviene pensare, è un premio Nobel del calibro di Joseph Stiglitz.

Il cefalopode blu pieno di stellette gialle, viscido e abbastanza disgustoso da vicino, per quanto possa apparire affascinante da lontano, nulla di più semplice che descrivere così questo fenomeno sociopolitico di un’unione basata su freddi interessi economici di paesi così diversi, quanto opposti.

Arriviamo alla nota dolente, per quanto il socialismo abbia innumerevoli correnti, passando da estremi in un fiume di idee anche opposte, si può ad oggi essere socialisti ed europeisti? No. Non si può ad oggi.

Si poteva in passato, quando le ambizioni erano un’unione con uguaglianza di reddito e pari condizioni di lavoro, è impossibile oggi nell’era delle delocalizzazioni o delle lotte sociali fra poveri causate ,per distrazione voglio sperare, dal “kraken liberale”.

Chi ci segue da tempo sa perfettamente che abbiamo totale sfiducia nell’attuale scacchiere politico europeo parlamentare, più volte abbiamo sollevato criticità sulle varie ideologie correnti, sia durante i dibattiti sia nelle nostre pubblicazioni.

La nostra non vuol essere “democristianaggine”, quanto ferma convinzione che siamo in un mondo nuovo, diverso. È sbagliato pensare che un’ideologia stagionata un secolo o due cambi realmente le carte in gioco. È sbagliato perché la nostra generazione è quella che prova ad avere una partita IVA per finire strangolata dalle tasse, quella che finisce a fare il rider per pochi spicci.

La nostra generazione ha sete di ambizione politica.

E noi per primi speriamo di riuscire a soddisfarla.

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