Di Maio e Conte, Conte e Di Maio, lo scontro continua. L’ultima sferzata arrivata recentemente attraverso una sentenza di tribunale, ha decretato sospeso sia lo statuto dei cinquestelle che la nomina di Conte a presidente.

Motivazione? Sembra che il primo abbia delle criticità non molto piccole, abbia subito delle modifiche ad hoc per mettere Conte in posizione privilegiata, abbia portato al cambio di condizioni per accedere sia al voto che alle cariche associative.

Conte è insomma stato eletto nonostante non lo sia stato, avendo ricevuto consensi drammaticamente inferiori rispetto a quanto sostenuto dallo statuto stesso, nonostante la pesante modifica che doveva incentivarlo in tal senso.

A nulla è servito togliere potere di voto ad alcune decine di migliaia di iscritti, sperando nel ribaltone. Il quorum, per quanto basso, è rimasto irraggiungibile.

Adesso, quindi, Di Maio si trova con l’avversario con le spalle al muro, ma sulla sua stessa barca: se lo statuto dovesse rimanere sospeso, oppure essere considerato inadatto all’azione politica, potrebbe essere la fine del movimento.

Cosa che a noi non dispiace affatto, ma vista nella loro ottica deve essere una tragedia.

Alziamo però un interrogativo: perché adesso? Le modifiche sono vecchie, non recenti. Alla magistratura o chi per loro faceva comodo temporeggiare forse?

Coincidenza, chi si fa forte da questo tentennamento è proprio il Partito Democratico…

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