“…anche Benito era socialista”.

l socialismo ha per natura in sé una vena di ferocia, sia per l’idea rivoluzionaria alla base, sia per la lotta ad una struttura sociale pre costituita.

Questo porta spesso a degli accostamenti spesso divertenti, altre volte imbarazzanti: basti pensare che per i toni degli scritti, prima di fondare il SOCIT, il sottoscritto non è scampato all’accostamento col Benito.

Non so se sia il physiche du rôle, il fatto che non disdegni il farmi fotografare, il tono con cui parlo o il mio apprezzare particolarmente il genere femminile, fatto sta che per il centrosinistra spesso essere socialisti significa essere dei piccoli aspiranti Benito. Qui emerge la vuotezza del sistema partitico borghese, non lottare per gli ideali, ma strette di mano dal palmo unto di sudore e leccate ad hoc sulle regali terga altrui.

Non ci sono avversari, solo non ancora alleati.

La lotta politica, fulcro del socialismo, è stata resa qualcosa di cattivo e indigesto. Piace al popolo, non piace al padrone, e visto che non è il popolo a foraggiare la stampa, ecco che subito il socialismo viene affiliato a qualsiasi cosa possa venire in mente di negativo agli occhi dei lettori.

Altro fattore spassoso è la pratica di seppuku da parte di diverse organizzazioni politiche, a cui abbiamo involontariamente “rubato” iscritti, che poi ci tempestano di piagnistei su quanto i nostri toni siano eccessivi ed eccedenti. Rapporto di causa effetto, forse?

Comunque volevo consolare gli amici moderati alla lettura, vi ho trovato un’altra tragicomica somiglianza: sto lavorando alla formazione di un giornale di cui sarò caporedattore. Così, giusto per darvi materiale su cui tracciare, sulle vostre lavagnette cancellabili, linee di pensiero insulse e vuote che vi hanno sempre amabilmente contraddistinto.

Ma d’altronde, provo anche un po’ di pena, visto che un paio dei soggetti, ai tempi, accusatori sono oggi candidati con liste palesemente perdenti del PD, schierati come sacchi di sabbia in balia dell’alluvione della sfiducia elettorale. E poi cosa? Si torna a leccare francobolli in sede, stringendosi in poltrona, schiumando per chi una vita oltre alla politica ce l’ha.

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