Di Fabian

La strenua opposizione che i fautori della proprietà borghese oppongono al marxismo deriva strettamente dall’incapacità dei medesimi di prendere coscienza della reale natura della proprietà borghese, o meglio di come la proprietà privata neghi sé stessa nella proprietà borghese.


La proprietà borghese non può difatti radicarsi se non nel sangue della proprietà privata personale brutalmente espropriata, se non sulle ceneri dei rapporti di produzione pre-capitalistici.
Laddove esiste una classe di proprietari forzatamente espropriata, proletarizzata, ridotta a mera proprietaria della propria forza-lavoro, ivi il capitale può trovare il concime della propria riproduzione attraverso l’assoggettamento della classe espropriata. «l’economia politica confonde in linea di principio due specie di proprietà privata assai diverse, delle quali una si basa sul lavoro personale del produttore, l’altra sullo sfruttamento del lavoro altrui. Essa trascura il fatto che quest’ultima specie di proprietà privata non solo rappresenta l’esatto opposto della prima, ma non può sorgere che sulle rovine di quella».


È una legge storica che l’atto primo del capitale, conditio sine qua non alla realizzazione della sua accumulazione primitiva, consista precisamente in questa violenta espropriazione, nell’enclosures contadine, nell’appropriazione del mercato artigiano, nella riduzione dei proprietari dei mezzi di produzione in proletari. In cosa consiste il compito storico del proletariato?

Non può consistere certo nella negazione di questa proprietà con la sua forma precedente, nella negazione della negazione attraverso l’affermazione, e dunque nel distributismo piccolo-borghese e cristianeggiante, nella reintegrazione di massa della proprietà privata personale; bensì nella negazione della negazione verso una nuova sintesi qualitativamente superiore: l’eliminazione della proprietà privata, l’espropriazione degli espropriatori, il reintegro ad un livello superiore dell’antica proprietà comune negata dalla proprietà privata.


Questa è la missione del proletariato rivoluzionario quale si evince da uno dei passi più belli del Capitale di Marx: «Con la costante diminuzione del numero dei magnati del capitale che usurpano e monopolizzano tutti i vantaggi di questo processo di trasformazione, cresce anche il peso della miseria, dell’oppressione, dell’asservimento, dell’abbrutimento e dello sfruttamento. Ma cresce anche la insofferenza di una classe operaia in costante aumento e che è formata, unita e organizzata dallo stesso meccanismo del processo di produzione capitalista. Il monopolio del capitale diventa un ostacolo e una costrizione per il processo produttivo che si è sviluppato assieme al monopolio stesso e subordinato
adesso. La centralizzazione dei mezzi di produzione e la socializzazione del lavoro raggiungono un punto in cui diventano incompatibili con il loro involucro capitalista. E questo viene spezzato. Suona l’ultima ora della proprietà privata capitalista. Gli espropriatori vengono espropriati.»


Perché non è possibile reintegrare semplicemente la proprietà personale tout court? Creare una massa di piccoli proprietari estinguendo la grande proprietà borghese? Poiché questa è una conclusione anti-dialettica, anti-storica: il Capitale è un mostro autoperpetuantesi; e come Prometeo, colui che “riflette prima”, ha donato all’uomo la tecnica, così il Capitale ha donato all’uomo l’abnorme sviluppo delle forze produttive: così ora esso si tramuta dialetticamente nell’umanità agonizzante, la cui perpetua rigenerazione borghese è la causa prima della propria eterna agonia: compito del proletariato non è prolungare l’agonia del capitale mediante la sua eterna perpetuazione sotto forma di piccola proprietà personale, ma di permettere all’umanità di godere dei frutti del proprio lavoro, unica e reale fonte creatrice del valore.


Ergo abolizione della proprietà personale? Assolutamente no, il compito del socialismo non può consistere nell’espropriazione del proletario dei frutti del proprio lavoro, dei beni di consumo che esso può racimolare attraverso il salario: il compito del socialismo consiste nell’eliminazione della proprietà privata borghese, indirizzata allo sfruttamento del lavoro altrui, la proprietà privata delle fabbriche, dei campi, dei mezzi di produzione

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