Di Lorenzo Maffetti

Le piattaforme virtuali (soprattutto Instagram, TikTok, Youtube e, in minor misura per i giovani, Facebook) sono un mezzo di “intrattenimento” per i ragazzi che, soprattutto in questi ultimi tempi, hanno visto fiorire al loro interno i più disparati personaggi e/o le più variopinte categorie tanto di personaggi quanto di seguaci degli stessi.

Non è affatto difficile imbattersi in tutte queste categorie un po’ alla volta, anche solo girando nei social poco tempo al giorno, essendo, queste, una espressione del marciume occidentale che taluni reputano essere “al passo con i tempi” ed in quanto tale giustificabile. Al contrario (essendo tutt’altro che giustificabili), sono la manifestazione dei tempi stessi, ove il subbuglio capitalista fa da padrone a trecentosessanta gradi.


Le categorie in questione, in ogni caso, sono poliedriche e alquanto dinamiche, poiché – in quanto tali – tendono a rinnovarsi e continuamente nel mondo del web – che, ineluttabilmente, si riflette anche sulla realtà e, dunque, sul comportamento umano, in special modo dei ragazzi e dei giovani in generale (non ne sono esenti neppure coloro di età avanzata) – nuovi schemi di pensiero, schemi, abitudini, azione, ecc. ecc., che “monopolizzano” (per utilizzare un termine a noi caro) la scena per un determinato periodo di
tempo, fino poi ad essere sostituite da altre che compiono il medesimo cammino (in un “nasce-cresce-muore” continuo delle mode) e così via.

Merita, però, una menzione speciale un particolarissimo novero di individui – di fascia perlopiù giovanile – che sul web, principalmente mediante Instagram, TikTok e YouTube (ma non si esclude una loro attività in rete mediante mezzi specifici), si arrogano la possibilità di esercitare (a modo loro) l’arte della
motivazione. Naturalmente, una “motivazione” funzionale (a parole) al raggiungimento del successo. E che cos’è il successo se non la fatturazione di cifre spropositate di denaro attraverso la vendita di questo o quel prodotto, o attraverso l’esercizio di questa o quella attività online?


Come il capitalismo comanda – e costoro ivi sono immersi -, quel che conta è fatturare denaro, per ingrossare le proprie tasche e conseguentemente la propria pancia. Nello specifico, questi guru della “giusta motivazione per diventare imprenditori” non si avvalgono solo di frasi fatte –
probabilmente lette in qualche biografia degli imprenditori o delle persone di successo d’oltreoceano – impregnate di un austero sensazionalismo da bodybuilder (come ad esempio: “impegnati e avrai successo”, “dopo il diploma non andare all’università ma buttati sul marketing”, e via dicendo), ma
anche di “insegnamenti” perpetrati ai loro discepoli – disperati perché vogliono mettere su quattrini e, dunque, pronti a sborsare cifre enormi per farsi assistere – attraverso “consulenze” e/o lezioni sulle “giuste tecniche di marketing”.

Letto diversamente e con occhio più attento alla realtà che ci circonda il tutto sarebbe: lezioni sulle “ ‘giuste’ tecniche di scavalco sociale e di scherno a chi, invece, non si è avvalso di esse”. I famosi, inoltre, hanno un intrinseco bisogno di ostentare i propri guadagni, puntando il dito contro chi, invece, non ha interesse nel volersi ingrossare cotanto il conto in banca, ammantando l’oggetto dello sbandieramento (i guadagni) di sudore, sacrificio, dedizione, impegno e bravura. È impossibile altresì dimenticare le
grandi lezioni di economia che i professionisti ci riservano, riassunte in questi periodi: “Non puoi permetterti di vendere ai poveri perché non sono la giusta clientela. Con il tuo ‘lavoro’ potrai accogliere solo chi, al contrario dei primi, i soldi può spenderli”.


Ebbene, questo riassume il nocciolo delle loro elucubrazioni apertamente a favore del classismo e dunque
dell’arricchimento sproporzionato di pochi individui “diligenti” – infarciti di retorica imprenditoriale – a
discapito (o quantomeno al di sopra) di chi, al contrario, dispone di un reddito risicato o di chi questo non lo ha proprio. Tuttavia, chi avanti nel tempo avrà ancora memoria dei loro volti e delle loro parole, come noi, farà bene, per amor di giustizia, a non dimenticarle, perché questi piccoli-borghesi, per la stessa natura del sistema capitalistico che loro giustificano e legittimano agendo al suo interno, sono destinati ad essere mangiati dalle fauci di un capitale ben più alto e mostruoso del loro, e nessuna motivazione imprenditoriale potrà fermare l’avanzata di questi colossi (e noi, per prospettiva rivoluzionaria, sappiamo bene che non si fermerà, ma ciò ci gioverà a lungo termine).

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