
Di Giovanni Amicarella
Oggi moriva, o almeno iniziava la morte, dell’ultima vera Germania. Inizio subito con la frase scomoda per togliermi l’impiccio.
Le differenze fra l’Est e l’Ovest nella divisione sono riassumibili in breve, ad Ovest si uccise, annegandolo nel senso di colpa generazionale, qualsiasi sprazzo di identitĂ . Ad Est si recuperò, pur non disperdendolo nella reazione, tutto ciò che caratterizzava il popolo tedesco e la tradizione prussiana.
La Germania Ovest vestita di stracci americani, l’Ovest della prostituzione minorile per eroina, l’Ovest della degenerazione sociale, è oggi celebrato come epiteto di libertĂ .
Qualcuno la lancia sulla tragedia umana, delle famiglie separate dal muro. Ebbene, giusto ricordare, che gli americani furono tra i primi (e probabilmente gli unici) a contrapporsi ai ricongiungimenti, per avere degli utili ostaggi diplomatici e soggetti di stampa per offrire retorica.
Qualcun altro sul soldato che saltò il muro in costruzione e passò dall’altra parte. Nessuno ricorda però che Hans Conrad Schumann morì s*icida anni dopo, nell’alcolismo e nella depressione.
Chiamiamola “festa delle catene”, celebriamola rendendoci conto delle nostre, apprezzando chi le proprie non le ha volute, rifiutando perfino le strette di mano da quella falsa patria.