Di Marco Carboni

“Unità nella diversità”: questo è il motto dell’Unione Europea, adottato sin dal duemila. Le sue politiche adesso riflettono l’esatto contrario: contadini che manifestano per le restrizioni alle loro attività da fine 2019. Vogliono creare un’unità nella pratica, anche se io preferisco chiamarla un’unità nella miseria dal momento che queste misure servirebbero per fermare un problema globale stando alle loro parole, mentre tolgono più possibile ciò che serve per sopravvivere sul breve termine alla popolazione che lavora e sostiene, coi suoi sforzi, quella stessa struttura di potere che finisce per ripercuotersi sulle loro teste. Ovviamente la miseria non toccherebbe quella che ho deciso di chiamare per l’occasione la Bruxelles Bene, motivo per cui i signori locali han deciso di promuovere dei prodotti alimentari che nell’atto pratico e nella narrativa dovrebbero compensare i vostri sforzi: verrete compensati dopo almeno otto ore di lavoro, cinque o sei giorni su sette, con un gustoso piatto di larve.

Se siete qui a usare il vostro prezioso tempo per leggere i nostri articoli, oltre che fare un piacere a me e a chi lotta nel SOCIT stesso lo fate anche a voi stessi, perché in noi trovate una conferma che le vostre insicurezze esistano, che le vostre paure non siano infondate. E i motivi per averne si stanno radicando, questo gennaio ha visto l’approvazione di larve di una specie di coleotteri, “Alphitobius diaperionus”.

La prima regolamentazione in merito (258/97) nacque nel 1997, 15 marzo per l’esattezza: in questa data venne creata la categoria dei “Novel Foods”, “nuovi alimenti”. Sotto questa denominazione finiscono tutti quei prodotti di cui non si hanno notizie di consumi di massa prima di questa data entro i confini geografici del continente, e che necessitano di un’autorizzazione dalla European Food Safety Association, EFSA. Sappiate che quelle due specie non sono state le prime ad essere vendute: questo regolamento si occupò inizialmente solo di ingredienti tratti da insetti. Insetti interi e parti singole non vennero regolamentate, finendo per esserci vendite senza autorizzazione. Solo nel 2020 la questione venne risolta con una sentenza della Corte di Giustizia, che dichiarò con il caso C-526/19 le seguenti parole:

“Per quanto riguarda la finalità consistente nel garantire un livello elevato di tutela della salute umana, come fanno valere i governi francese e italiano nelle loro osservazioni, è vero che potrebbe sembrare illogico, da un punto di vista sanitario, voler assoggettare alla normativa gli ingredienti alimentari isolati a partire da insetti, escludendo gli insetti interi, in quanto un insetto intero è costituito dall’insieme delle sue parti e l’insetto intero, come le sue parti, è destinato ad essere ingerito dal consumatore, il che potrebbe quindi comportare gli stessi rischi dal punto di vista della salute pubblica. Tuttavia, un’argomentazione del genere, basata su una delle due finalità del regolamento n. 258/97, non può essere sufficiente per giustificare un’interpretazione estensiva dei termini univoci «isolati a partire da animali», che avrebbe l’effetto di includere gli «animali interi» nell’ambito di applicazione di tale regolamento.”

Per quali motivi i due governi stessero usando quelle motivazioni ora ci è dato solo immaginarlo e non rientra nello scopo di questo discorso. Tuttavia il succo è che due governi che dovrebbero essere sovrani hanno contestato con una ragione importante e la Bruxelles Bene ha chiuso questa vicenda iniziata ventitrè anni prima. Il regolamento adesso in vigore è nato nel 2015 ed è stato applicato dal primo giorno del 2018; come immaginerete il cambiamento più grande è l’inclusione di insetti e parti singole nei Nuovi alimenti. Sappiate che la specie recentemente approvata non è neanche l’unica, ce ne sono state altre tre: grillo domestico, locusta migratoria e larva della farina.

Rispettivamente un anno prima della creazione della categoria e del nuovo regolamento in vigore, nel 1996 e nel 2014, sono state pubblicate due ricerche scientifiche i cui contenuti fanno chiarezza su dei pericoli che aspettano solo abbassiamo la guardia per un brevissimo istante…

Uno degli articoli che ho citato verso il finale si chiama “TRANSMISSION OF EIMERIA, VIRUSES, TO CHICKS: DARKLING AND BACTERIA BEETLES (ALPHITOBIUS DIAPERINUS) AS VECTORS OF PATHOGENS”. Scritto nel 1996, parla della specie di larve di coleottero chiamate “Alphitobius Diaperinus”. Alcune larve sono state prese da ciascun allevamento, congelate e poi ridotte in poltiglia. Il risultato ha portato alla conclusione che questa specie di coleotteri sia portatrice molto frequente di virus immunosoppressori e batteri come la salmonella, definita nelle conclusioni come “una quantità inaspettatamente elevata”.
Alla luce di questa scoperta, il finale dell’opera intera è il seguente, che cito: “The risk posed by beetles as disseminators of diseases is of immense importance to the poultry industry, and the threat of severe adverse economic impact from these diseases should not be overlooked or casually dismissed”.
La proposta successiva è stata quella di incorporare questi coleotteri in un programma di prevenzione per eliminare questi problemi e di conseguenza, arginare anche rischi economici. Un anno dopo, nacquero i Nuovi alimenti e per ventitré anni nei confini europei le vendite di queste larve hanno potuto avvenire quasi indisturbate.

Il secondo articolo pubblicato nel 2014 ha un titolo alquanto esplicito. “Hypersensitivity Pneumonitis Caused by House Cricket, Acheta domesticus”. Non si nasconde. E parte così: “Hypersensitivity pneumonitis (HP), also known as extrinsic alveolitis, is a heterogeneous group of immunologically induced lung diseases resulting from repeated inhalational exposure to a variety of organic and inorganic dusts”.

Guardando oltre i dettagli effimeri e volubili, io vedo un’organizzazione internazionale che ha fatto una manovra assai esterofila. Nel caso migliore si cerca di sopperire alla richiesta interna di un prodotto che viene certamente consumato molto di più al di fuori dei confini europei. E in quello peggiore?
Il 2018 ha visto l’adozione del regolamento tutt’ora in uso: ciò che non ho citato è un terzo articolo scientifico, scritto nel 2019, che citava proprio queste sortite di stampo europeo e che interessantemente ha rovesciato il paradigma introdotto nella prima parte, cioè quello di un articolo scientifico che indicasse una problematica e di una successiva decisione dell’Unione a riguardo. “A parasitological evaluation of edible insects and their role in the transmission of parasitic diseases to humans and animals”, questo il nome della ricerca; anche qui stessa storia, ma persino più in grande: duecentoquarantaquattro allevamenti su trecento presentavano parassiti. Novantuno casi su trecento avevano parassiti potenzialmente pericolosi per l’uomo. Introducendo i Nuovi alimenti a quel punto hanno dovuto valutare anche le specie di cui abbiamo già parlato e altre non vendibili, almeno per il momento.

E non solo le hanno valutate: le hanno approvate. Con tutti gli anni passati fra una ricerca e l’altra, la situazione non è migliorata, anzi si è dimostrata sempre più minacciosa.
La mia preoccupazione però non risiede nel mangiare insetti: da un’esperienza che uno possa decidere di fare una volta nella vita “tanto per”, certi soggetti vogliono farla passare come il pranzo quotidiano, ci tengono proprio, mentre io continuo a ribadire la minaccia personale per i nostri corpi. E, per fortuna, posso notare di non essere l’unico critico: ho visto e sentito pareri contrastanti: l’italianità ancora non è morta.

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