Sabato 11 maggio alle ore 17:30 a Trieste si è tenuta una manifestazione per la pace e la fine dell’ingerenza militare atlantica nel porto di Trieste. L’evento è stato organizzato da diverse forze politiche sia partitiche che non. Al corteo hanno partecipato circa trecento persone.

Le motivazioni? Quelle che oggi, sul piano della politica internazionale, sono all’ordine del giorno per importanza e per cui le forze realmente rivoluzionarie si battono: si reclama la giustizia dovuta e la libertà intoccabile per il popolo palestinese, il quale sta subendo una vera e propria pulizia etnica da parte del criminale stato d’Israele. Al contempo non ci si può battere per tale fine senza rimettere in causa l’attuale gestione della crisi russo-ucraina, ed è pertanto indiscutibilmente necessario schierarsi contro l’invio delle armi in Ucraina e contro il ruolo istigatore dell’Alleanza Atlantica in codesto conflitto. Tali posizioni sono sempre state portate avanti dal nostro gruppo fin dall’inizio di entrambi i conflitti, senza mai ricadere in mezze vie di sorta o incertezze singhiozzanti sul da farsi. A Trieste abbiamo avuto occasione di ribadire tale posizione. Un nostro militante vi ha partecipato collaborando con la realtà amica dei cari compagni del Fronte della Primavera Triestina.

Ci racconta della presenza di persone molto variegate ma tutte convinte e compatte attorno ai temi comuni della manifestazione. Cori contro il governo, la NATO e l’entità occupante sionista hanno risuonato squillanti tra le bandiere di Palestina e TLT (Territorio Libero di Trieste) presenti per tutto il percorso svolto dal corteo durante il pomeriggio. Tanti giovani coscienti di ciò che accade nel mondo e convinti della necessità della lotta tutti assieme con anziani, bambini e donne, forti di un messaggio di pace veramente concreto. Tanta la rabbia e lo sconforto quanto l’ottimismo e la speranza. Lo scorso sabato a Trieste, città accogliente e devota alla pace tra popoli e fedi differenti per sua stessa natura, si è lanciato un messaggio che si spera possa continuare a riecheggiare in tutta la penisola. Il popolo non vuole le guerre dei potenti, non vuole stare al gioco dei centri plutocratici della finanza e del padronato…egli vuole la giustizia per i suoi popoli fraterni oggi sofferenti nelle loro stesse case, egli esige la fine dell’egemonia di un singolo emisfero prepotente del mondo intero, egli accoglie lo spirito di una più alta diplomazia per far cessare conflitti inutili e sanguinosi.

Come Socialismo Italico, facciamo nostro il messaggio della Carta di Libertà del Carnaro, rendiamo caro a noi il progetto della Lega delle Nazioni Oppresse della leggendaria Reggenza fiumana. Sulla concordanza tra le genti di diversa stirpe, culto e tradizione realizziamo il nostro progetto. Sulla vittoria di un più giusto sentimento umano e sui più elevati traguardi della giustizia sociale ergiamo la nostra volontà di potenza. “Sufficit Animus”, “basta il coraggio”, diceva D’Annunzio a Fiume…dunque “Quis contra nos?”: Chi è contro di noi?

Il comunicato del compagno segretario generale Adam Bark del Fronte della Primavera Triestina: Trieste dice no alla vostra guerra

Il corteo per la pace e la neutralità di Trieste che abbiamo organizzato con il Coordinamento No Green Pass e Oltre, Alister, Tavola per la Pace FVG e Insieme Liberi ha superato le nostre aspettative. Siamo scesi in piazza per una Trieste neutrale e demilitarizzata, libera dal giogo dell’imperialismo come previsto dal Trattato di Pace di Parigi del 1947, contro le folli politiche guerrafondaie della NATO in Ucraina e per un cessate il fuoco immediato a Gaza. Siamo ben coscienti che non abbiamo bisogno di cercare i nemici né a Mosca, né a Pechino, né a Gaza. I nemici sono già qui nelle nostre istituzioni e vogliono mandarci al macello per difendere la loro titubante egemonia. In questo contesto gli obiettivi degli imperialisti per la nostra città sono ben chiari: violare il diritto internazionale che impedisce il passaggio di armi e truppe e soggiogare il nostro porto franco internazionale, aperto per legge a tutti gli stati del mondo, utilizzandolo esclusivamente per l’interesse geopolitico della NATO. Contro i vostri artigli ci troverete ai nostri posti! TRIESTE NON SI VENDE – TRIESTE SI DIFENDE

COSA TI SUCCEDE MONDO? Approfondimento e riflessioni a cura del nostro Giampiero Braida

Il mondo attualmente si trova sotto scacco a causa del rischio d’innesco di un nuovo conflitto distruttivo di dimensioni globali. L’asse Mosca-Teheran-Pechino, rappresentante delle maggiori forze d’opposizione al sistema unipolare, è minacciata da quattro angoli: il “rettangolo eurasiatico” colpisce in Europa le terre ucraine a ridosso della Russia, in Medio Oriente martoria la Palestina per fomentare lo scontro con l’Iran islamico, mentre in Estremo Oriente scalda il 38° parallelo tra le due Coree e lascia presagire un possibile confronto militare tra l’isola di Taiwan e la Repubblica Popolare Cinese.

Come siamo messi al lato euro-mediterraneo per adesso? A Gaza il ministero della Sanità conta più di 35.000 morti al giorno d’oggi. Israele ha mosso il suo più recente attacco a Rafah, zona occupata dagli accampamenti dei civili palestinesi, tra cui vi sono soprattutto donne e bambini inermi. Mancanza di cibo, acqua, cure mediche adeguate e protezione umanitaria…i gironi infernali sono oggi sulla Terra a Gaza e Israele è divenuta il suo Satana. A questa catastrofe, ancora giustificata dal Giudice del Mondo a stelle e strisce nonostante i forti movimenti di protesta interni, si aggiunge quella alle porte dell’Europa. Uno scontro di civiltà è in atto sul sangue degli europei, siano essi ucraini o russi. L’Occidente collettivo non accetta il suo tramonto, e per questo si fa più aggressivo e assetato di potenza. La difesa russa dei territori separatisti aggrediti dal regime liberal-nazionalista di Kiev dal 2014 viene fatta passare come un’aggressione indicibile, mentre ci dimentichiamo della brutalità delle aggressioni atlanticoamericane. L’Occidente collettivo ignora la psicologia russa, sputa sull’anima russa, rinnega la storia russa…è preso dal momento apicale della sua Zivilisation, della sua superbia civilizzatrice perché troppo convinto fino a pochi anni fa che la storia fosse effettivamente finita o quasi a suo favore. Gli europei e gli italiani devono al più presto prendere coscienza che il vecchio Occidente è un sole rosso calante, ormai quasi soverchiato dalle nubi che attanagliano il suo futuro. È cieco perché confuso, e nel pieno della sua Zivilisation non sa ancora come orientarsi. La chiave dell’Europa per uscire dal caos è riorientarsi a livello interno e a livello esterno. Sul piano interno una possibile unità europea potrà avvenire solo con la riscoperta delle proprie radici spirituali, con la venuta di un nuovo comunitarismo più fedele all’animo dei veri indoeuropei (e non a quello degli euroamericani) e con la riuscita creazione di un concreto ordinamento socialista per tutti i paesi del subcontinente. Disse Lenin: “Gli Stati Uniti d’Europa, oggi come oggi, saranno o impossibili o reazionari”. Come crediamo esista un socialismo italico, sappiamo anche che l’Europa avrà il suo socialismo. La ricerca della vera giustizia sociale, dell’autentica libertà e di una propria identità collettiva sono le chiavi di volta di questo futuro ordinamento socialista. La disintegrazione del monopolismo capitalista e la liquidazione di questo sistema post-liberale devono essere i capisaldi per il disarcionamento dell’hybris occidentale. Sul piano estero si assisterà per cui ad una netta separazione dell’Europa da un’America ormai sul viale del tramonto, e dunque alla creazione di uno spazio europeo indipendente naturalmente orientato ad est, verso la Russia, e a sud tramite il Mar Mediterraneo verso tutto il Levante e il Maghreb, alla ricerca di rinnovati legami con le giovani terre nere d’Africa. La vera pace avverrà quando l’Europa capirà la sua reale posizione nel resto del mondo, prendendo coscienza del suo decentramento rispetto ad altri continenti emergenti. Per questo si renderà necessario per essa non riconoscere più i confini, da un punto di vista culturale ed economico, verso l’Oriente russo e il Medio Oriente arabo-persiano. Occorre tutt’ora mettere in discussione la realtà odierna e chiederci cosa siamo davvero e cosa potremmo diventare slegandoci dalle catene impostaci dal capitale internazionale e dal complesso militare-industriale straniero. Per quanto oggi si debba pensare in maniera continentale non possiamo dimenticarci delle nostre piccole patrie e di come bisogna partire da esse per formare il nucleo della rivoluzione del domani.

Nel caso italiano la nostra Patria è animata da un “logos” storico, culturale, sociale, psicologico e naturale che lega in un unico destino più terre e più “campane”, ognuna delle quali con una identità diversa ma similare alle altre. Il logos italico-mediterraneo è la base della nostra civiltà, è il nostro trascorso secolare se non millenario, è il fulcro dell’Italia come “nazione storica” e non necessariamente politica. Diceva Pasolini: “Il sistema capitalista vuole che gli uomini abbandonino il loro passato”. E infatti oggi il neoliberalismo dei grandi potenti esige il disfacimento delle tradizioni storiche, delle singolari differenziazioni di civiltà, delle molteplici patrie mondiali per un futuro pan-antropico proiettato verso una distopia sognante di consumi epilettici e disumanizzazione tecnoscientifica. Bisogna per forza di cose ritornare ad essere italici dalle Alpi al Mediterraneo, tornare alle patrie oggi considerate vetuste ma in realtà insostituibili persino al futuro “foedus” paneuropeo, ed infine riabbracciare il socialismo, per amore delle classi lavoratrici, popolari e proletarie, senza rispecchiare per questo i sistemi del novecento, bensì proiettandosi verso un nuovo presente dove la tecnica sia armonizzata con l’ambiente e dove l’uomo sopprima finalmente lo sfruttamento sui suoi simili e sulle creature che lo circondano. Si può dire che la lotta sia appena iniziata, ma non si può dire come e quando finirà.

Prepariamoci all’assalto dei tempi, all’arrivo di nuove ere ignote…dietro di noi gli edifici scintillanti di Wall Street stanno crollando, davanti a noi le colonne del tempio di Paestum sono ben salde al terreno. Il futuro si conquista, altrimenti niente!

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