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Per creazione di credito si intende la creazione di denaro tramite l’elargizione di un credito, dato che questo è il modo in cui si produce gran parte della massa monetaria. La creazione di denaro è una prerogativa delle banche, soprattutto delle banche centrali. Quando una banca acquista da un ente diverso da una banca un attivo (cambiali, titoli, azioni, ecc.), essa paga con un certificato di credito, visto che apre un deposito a vista a colui che vende. Se l’utente ritira il deposito, aumenta la massa di denaro circolante.

La capacità delle banche di creare credito (denaro) è limitata dalla loro liquidità. Inoltre, la banca centrale pone dei controlli prudenziali a questa forma di creazione di denaro o di credito da parte delle banche, soprattutto con le norme sul rapporto tra patrimonio e credito erogato e sulla riserva obbligatoria. Così la banca centrale è il creatore di ultima istanza del credito o del denaro.


La caratteristica che distingue il credito produttivo da altre forme di credito sta nel suo utilizzo: esso viene esclusivamente creato per impiegare proficuamente lavoratori e mezzi di produzione che altrimenti giacerebbero inutilizzati. Mentre, ad esempio, nel caso del credito ipotecario il controvalore reale e la garanzia per chi lo emette risiedono nell’immobile, nella creazione di credito produttivo il controvalore reale si colloca nei beni che solo grazie a tale credito è possibile produrre e che comportano un aumento della ricchezza che, se tutto procede regolarmente, eccede la somma del capitale e degli interessi del credito in questione.


Una banca centrale ad esempio crea credito riducendo i tassi, in modo che le banche possano ottenere credito facile per acquistare titoli finanziari o scontare cambiali. Nel caso della creazione di credito produttivo, invece, la banca centrale deve prestare molta attenzione al fatto che alla massa monetaria aggiuntiva effettivamente poi corrisponda la dovuta produzione di beni economicamente necessari. Se così non fosse, quel denaro in più creato che non trova poi una corrispondenza nei prodotti comporta l’inflazione, ovvero una svalutazione del denaro.


Il vero pericolo è quello rappresentato dalle varie forme di creazione del credito improduttivo, le quali ovviamente sono solitamente camuffate. Tra queste sono da annoverare le operazioni di salvataggio di banche fallite da parte delle banche centrali che danno loro denaro a basso costo (si veda il caso del Giappone) oppure cercare di chiudere i buchi nel bilancio statale semplicemente producendo denaro (il caso più clamoroso fu la Germania di Weimar 1922-1923).


Di contro, l’emissione di credito da parte della banca centrale per finanziare progetti infrastrutturali che producono posti di lavoro non ha controindicazioni di politica monetaria, ma ha addirittura un effetto anti-inflativo giacché, rendendo produttivo un vasto numero di disoccupati, si produce una ricchezza reale (infrastrutture, i materiali che occorrono per realizzarle e le nuove attività che grazie ad esse possono molto più facilmente sorgere) maggiore del totale dei beni che originariamente si poteva acquistare con il credito emesso. A questo c’è poi da aggiungere l’enorme risparmio del bilancio per il mantenimento di quei disoccupati e l’aumento delle entrate dell’erario dovuto al fatto che i nuovi produttori diventano contribuenti al fisco.

G.L.

Da Rete Associativa