Come volevasi dimostrare, e come ci era stato detto da altre realtà, l’anonima critica ha un problema nel leggere le risposte. Torna perciò alla ribalta con un testo che sembra quello di partenza dato in pasto a ChatGPT, nel mentre, fra una critica e la risposta alla controcritica, il SOCIT ha avuto il piacere, assieme ad Il Tazebao e KFA Italia, di estendere la propria rete di contatti internazionali, grazie all’invito di AsiCuba Umbria che approfitto per ringraziare personalmente. Andando al sodo:

Approfondiamo la critica al ripugnante “socialismo nazionale” (ora ci danno il beneficio del dubbio, importanti passi avanti, la critica originaria suonava diversamente)

“Prima di entrare nel mezzo degli argomenti, per dimostrare una volta di più la melma che sparge il Socit, vogliamo chiarire alcuni aspetti. In primo luogo, l’obiettivo politico del nostro articolo è stato di rompere il silenzio (e in taluni casi la complicità) riguardo questa ambigua formazione chiarendo il suo carattere ultrareazionario, sciovinista e mistificatorio, per combattere apertamente la sua deleteria influenza. In secondo luogo, l’articolo aveva la funzione non solo di  mettere in guardia compagni privi di esperienza politica, ma anche di spingerli a chiudere una volta per tutte con il Socit e gruppi analoghi.”

Su questo mi spiace ma è stato un buco nell’acqua, i delegati dei partiti che avete menzionato (e a cui per correttezza ho segnalato l’articolo) hanno trovato abbastanza divertente il mio sarcasmo e abbastanza carente la critica. In caso potete chiedere a quelli contro cui non avete già mosso critiche, se ce ne fossero.

“Di conseguenza, la nostra intenzione non è mai stata, e mai sarà, quella di aprire un dibattito con i rappresentanti del Socit, verso cui nutriamo inimicizia, bensì quella di stringere legami con giovani proletari che sono decisi a liberarsi dall’influenza nefasta di questi soggetti per aiutarli a diventare comunisti.”

Scrivere critiche e rispondere alle controcritiche è una forma di dibattito, giusto per puntualizzare. Io invitavo ad un confronto meno “statico” che muri di testo su un sito, ma capisco che per qualcuno sarebbe un problema. Per stringere legami con delle realtà ha poco senso sputare contro un’altra realtà che ha sempre mostrato la massima solidarietà e il massimo impegno nella collaborazione, lo dimostra il proseguimento delle stesse, i rapporti amichevoli che ci legano fra organizzazioni ed il fatto che critiche come la vostra diventino parentesi di riso fra discussioni serie di divergenze e lotte comuni.

“Dai messaggi e delle lettere ricevuti, dai colloqui svolti in questi giorni, possiamo dire che tali obiettivi sono stati ampiamente centrati. Ciò ci spinge a rafforzare la critica marxista-leninista nei confronti del Socit e di altre formazioni “rossobrune”, evidenziando i loro inganni.”

Chi si è mosso a vostro favore? Quali altre formazioni rossobrune? Preparatevi voi lettori ad una sequela di informazioni che danno per scontate o tacciono gli autori, perché questa critica ne è particolarmente farcita. E penso che tutto sommato, fosse più forte la prima. Qui viene voglia di abbracciarvi perché si evince lo sconforto causato dalla nostra risposta. Ad una prima occhiata, gli apprezzamenti dalla critica constano i seguenti elementi: uno di una realtà che insabbia le aggressioni ai propri militanti e che a stento è sopportata dalle altre organizzazioni elencate nelle critiche; un bazzicante nella sinistra interclassista che cerca il collegamento fra SOCIT e PNF dall’alba dei tempi ed a cadenza puntuale; una pagina di un “giornale” americano che probabilmente non sa nemmeno di cosa stiate parlando, un maoista che lancia il j’accuse al SOCIT e poi ha sul profilo una foto con me allo sciopero GKN, uno che passa le giornate su Twitter (X) diviso fra il calcio e il dare del nazista a Berlinguer; uno che è venuto a frignare con analogie alla fellatio il momento che si è fatta notare la scarsa qualità della prima critica, per poi sparire alla parola “dibattito”. Che dire.

“Chiariamo che i nostri articoli non sono il frutto di un “anonimo” autore, essendo elaborati, discussi e pubblicati come prodotto di un lavoro collettivo e pubblicati sulla pagina che curiamo su “Scintilla”. Ciò ovviamente non potrà mai essere compreso dagli egocentrici piccolo-borghesi in cerca di gloria, sempre pronti ad attaccare sofisticamente “ad hominem”, date le loro carenze sul piano logico e argomentativo. Problemi loro.”

E non c’era uno nel “lavoro collettivo” che avesse letto qualcosa su Niekisch, Corridoni, De Ambris, gli Arditi del Popolo, ecc.? Gli articoli possono essere anche firmati a più mani (anche quando impostati come un messaggio Telegram), nessuno a tal proposito storce il naso, semplicemente quando si pone un’ottica di confronto/dibattito/scontro gli articoli si firmano, non per ricerca di gloria, quanto semplice sicurezza di quanto sostenuto. Cosa che qui manca ovviamente.

“Quanto all’astio che gli stessi mostrano per non avere accesso ai nostri social, ribadiamo che non daremo mai spazio a fascisti e reazionari, ma agiremo lasciando pubblici i commenti anche critici dei compagni, ammesso che la critica rimanga costruttiva e non sfoci nell’insulto o nell’attacco immotivato.”

Perché volete tirare il sasso e nascondere la mano, molto semplicemente. Magari in un commento condensavo tutta la critica scorsa e velocizzavamo i tempi di questa questione, mai dire mai. Tutto avrei fatto tranne insultarvi, vi ho chiesto un dibattito usando le seguenti parole: “Carissimi compagni (virgolettato ovviamente), se aprite la sezione commenti rispondo a qualche critica mossa. Non so esattamente dove abbiate letto la roba inerente alla collaborazione di classe, visto che nel programma abbiamo sempre indicato l’opposto. Gli articoli poi si firmano, non mi tiro indietro ad un confronto sulle critiche sollevate.”. Dicesi “paura di confronto”, anche perché con tutto il poco rispetto che posso avere, vi pare che se voglio spazio lo cerco su uno spazio più piccolo di quello di cui disponiamo fra canali, collaborazioni, ecc.?

Passiamo quindi ad alcune osservazioni sulla replica del “segretario” di questo “partito fake”, caratterizzato da autoincensamento narcisistico ed egocentrismo patologico (dichiara che la definizione di “rampante, borioso e presuntuoso” gli calza a pennello!), che si traducono in profondo disturbo politico.

Gli hoxhaisti non capiscono il sarcasmo (neanche quando chiaramente esposto!), segnatevelo per il futuro. Spero non pensiate veramente che il SOCIT sia “fake”, sennò state buttando del tempo consapevolmente.

“Il disperato tentativo del gradasso del Socit – così come di altre formazioni rossobrune, rizziane, terzoposizioniste, nazimaoiste, etc. – è quello di staccare il fascismo dai suoi precursori: un’impresa vana. È infatti impossibile separare il fascismo dal suo brodo di coltura formatosi in rapporto alla crisi economica, sociale, politica, morale, generata dalla prima guerra imperialista mondiale, che ha visto personaggi, correnti e movimenti (arditismo, nazionalismo, sindacalismo rivoluzionario, futurismo italiano, etc.) su posizioni apparentemente rivoluzionarie, ma in realtà conservatrici e reazionarie, confluire largamente e unificarsi attorno al regime mussoliniano. A volte con atteggiamenti di malcontento nel momento in cui vedevano rafforzarsi le posizioni dell’oligarchia finanziaria.”

Vedasi precedente risposta, è la stessa accusa con la sintassi cambiata a cui abbiamo già risposto.

“Non a caso il capetto del Socit ha taciuto nella sua grottesca risposta riguardo l’interventismo di De Ambris (beninteso, non alludevamo al fiumanista riguardo la guerra di Libia, ma ad una grande fetta di sindacalisti rivoluzionari) e di Corridoni nel contesto della prima guerra mondiale; ha invece citato gli Arditi del Popolo come se questi rappresentassero l’intero movimento dell’arditismo, che confluì in gran parte nel fascismo fornendo quadri e gerarchi.”

Puntualizzando che le parole hanno un ordine di lettura, “ma ad una grande fetta di sindacalisti rivoluzionari” sull’interventismo in Libia di cui non procedono a nominarne uno (sono sicuro che comunque scavando almeno uno lo potete trovare senza troppa fatica). Sull’interventismo di Corridoni e di altri socialisti in merito alla prima guerra mondiale possiamo tornare svariate volte, la conclusione sarebbe sempre la stessa: una grandissima fetta di socialisti dell’epoca, anche fra gli anarchici ed anche fra i futuri comunisti, sperava che si accendesse della coscienza di classe dal conflitto. Lo stesso dito che provate a puntare contro Corridoni, dovreste puntarlo contro Gramsci e Togliatti (e penso per voi non sia un problema ovviamente). Non tutti gli “interventisti di sinistra” si schierarono col fascismo, ho sottolineato la questione degli Arditi del Popolo in quanto nella vostra critica era riportato “facendo propri i miti del giovanilismo e del vitalismo cari ai futuristi, arditisti e combattentisti confluiti nel fascismo“, come se fosse un assoluto la loro confluenza, o come se uno di essi precludesse il socialismo quando fatto proprio.

“Come abbiamo evidenziato nel nostro articolo, l’eterogeneità ideologica è una caratteristica tipica del fascismo, che serve per saldare assieme queste correnti nella lotta contro il movimento comunista e operaio. A tal fine utilizzano un “pantheon” sincretico, che ha come componente fondamentale il nazionalismo aggressivo e l’anticomunismo, l’avversione al materialismo dialettico e storico. La stessa manovretta di artificiosa separazione viene compiuta per un’accozzaglia di personaggi e gruppi camaleontici emersi nel dopoguerra, allo scopo di nascondere la natura di classe della loro ideologia, evitando di presentarli come aperti anticomunisti e nazifascisti, schivando così il problema (di natura non solo ideologica, ma soprattutto pratica) dell’antifascismo.”

Vedasi precedente risposta, è la stessa accusa con la sintassi cambiata a cui abbiamo già risposto (sì, ho fatto copia incolla dal precedente).

“Perché? Perché il Socit e gruppi simili devono presentarsi di fronte ai giovani senza partito e senza programma, con un “partito” e un “programma” zeppo di espedienti pseudo-rivoluzionari,  invece di figurare come fautori del fascismo e del vecchio nazionalismo imperialista che non avrebbero la stessa capacità di attrazione delle “soluzioni moderne” . Il fascismo non emerse dal nulla, ma da un cambiamento delle condizioni politiche e ideologiche avvenute a cavallo fra due secoli, in cui si sviluppò la crisi dello Stato e della democrazia liberale borghese e si affermarono tendenze irrazionaliste, scioviniste, militariste, etc., formando un substrato favorevole all’avvento della dittatura aperta, terroristica, del grande capitale. La formazione di questo substrato in campo ideologico, politico e psicologico, è la funzione e l’obiettivo del Socit, così come della variegata galassia neofascista. Queste forze non si fanno scrupoli nell’adottare formule incendiarie per attrarre una base giovanile oscillante, inquieta, allontanarla dal socialismo scientifico e integrarla nel fronte controrivoluzionario.”

E siamo a tre, mi sa che la teoria di ChatGPT non è così poco credibile. Precedente risposta.

“Non a caso in questi gruppi la critica alla borghesia è limitata ad aspetti formali, tutta interna al gioco elettoralistico e parlamentaristico, mai sostanziale, non toccando ad esempio la questione chiave della proprietà privata dei mezzi di produzione. I nazional-imbroglioni possono spingersi fino alla proprietà borghese collettiva, cioè alla nazionalizzazione (peraltro solo delle banche) in regime capitalistico, ma non alla sua abolizione e alla socializzazione socialista: di qui gli elogi a gerarchi come Beneduce, visti come artefici della socializzazione statale, per l’appunto borghese e fascista. Nulla a che vedere con il socialismo  scientifico. Come abbiamo scritto, nel programma del Socit non vi è alcun accenno alla liberazione sociale del proletariato, men che meno alla dittatura del proletariato,  ma solo alla “liberazione nazionale” (che nelle nazioni oppresse dall’imperialismo è una questione inseparabile dalla rivoluzione proletaria).

Il programma, nel caso serva una lettura è qui. Vedasi, programma di necessità in una prima ed immediata istanza: Punto 5 (perchè tanto il collegamento mica lo aprono) “..Il sindacalismo rivoluzionario basa la sua linea economica sulla ripartizione delle attività economiche in “sindacati” (unione di lavoratori i cui delegati sono eletti dai lavoratori stessi, nulla a che vedere con la concezione odierna di sola rappresentanza), di modo che siano essi stessi a coordinarne la produzione, a godere i pieni frutti del proprio lavoro, oltre che ad avere il lavoro stesso come garanzia della condizione sociale.
Inoltre si crede necessaria una nazionalizzazione dei settori energia, infrastrutture, comunicazioni, scuola e sanità per impedire un controllo privato di nodi necessari al progresso economico e sociale nazionale, perché è impossibile che interi settori possano dipendere dai capricci di uno sterile miliardario qualsiasi.”

Se non vi è scritto per filo e per segno “mezzi di produzione in mano ai lavoratori” il nostro erudito non ci arriva, perché l’idea che si possa usare un linguaggio “potabile” anche per chi non abbia approfondito nozioni teoriche risulta incredibile a chi non ha contatto con i lavoratori, vittime di decenni di maccartismo sociale in ogni salsa e forma. Dove sta scritto solo le banche?

In un altro punto, l’ottavo: “Unico modo per avere pieno controllo della valuta e non permettere ai mercati finanziari di giocare con la vita dei lavoratori, è controllare il sistema bancario, rendendo così impossibile la penetrazione della speculazione all’interno del sistema-nazione, oltre che permetterci di avere una nostra valuta e strategie adatte al fronteggiare dell’inflazione, visto che stiamo vedendo le “fantastiche” strategie della BCE, cioè nascondere la testa sotto la sabbia e fingere che il problema non esista. E’ importante ricordare che tutte le nazioni che lo hanno fatto o vi ci sono avvicinate, si sono trovate appioppate sanzioni nella migliore delle ipotesi, in altri casi direttamente bombe. Il SOCIT crede fermamente che non solo serva agire in difesa delle nazioni che hanno una banca nazionalizzata, ma anche che sia l’effettiva unica via ad una vera liberazione, preparandoci perciò all’idea di una difesa nazionale con ogni mezzo necessario.”

O è lettura frettolosa, o si è parecchio faziosi nella critica. Ai posteri l’ardua sentenza.

Questa “liberazione” consisterebbe nel passaggio al modello rappresentativo sindacalista (adottato dalla Repubblica di Salò, regime fascista collaborazionista del nazismo): un corporativismo volto a soppiantare le classiche istituzioni borghesi liberali, senza espropriare la borghesia economicamente e politicamente, ma difendendo a spada tratta il suo decrepito ordinamento sociale, il suo Stato forte e armato che mira a distruggere l’organizzazione indipendente di classe e condurre guerre di rapina, brigantesche. Nazional-socialismo, appunto, che con il socialismo non ha nulla in comune, ma è sciovinismo bestiale, banditismo politico e aggressione feroce ad altri popoli.”

E’ scritto letteralmente il contrario in merito all’esproprio alla borghesia nazionale, il sistema sindacalista è un’altra cosa. Qui torna l’ingombrante, per voi, presenza di Preve e lo “spauracchio fascista” (coadiuvato da Wikipedia e l’incapacità di distinguere termini come “socializzazione” e “sindacalismo”).

“Una parola va infine spesa sulle “collaborazioni internazionali”, perché su questo terreno il fanfarone del Socit si sforza di apparire “diverso” (come se nazionalisti e fascisti non avessero rapporti internazionali). Aspetto fondamentale della politica del Socit è la solidarietà fra patrie borghesi, completamente interna al sistema capitalista-imperialista. Lo scopo è di ostacolare la conquista dell’internazionalismo proletario da parte dei giovani, sostituendolo con un ’impegno internazionale” che serve a confondere le idee, fungendo da copertura dell’impresentabile nazionalismo piccolo borghese. Non deve quindi stupire se per sostenere questo scopo reazionario, il Socit millanta rapporti con realtà revisioniste estere e interne. Ciò dimostra a un tempo la spregiudicatezza reazionaria e il cedimento dei rinnegati del socialismo che aprono spazi al fascismo.”

Paesi “borghesi” con cui il SOCIT “millanta” relazioni: Rapporti internazionali. Che tra l’altro, non so se la tempistica comica sia voluta, ma come dicevo all’inizio se ne sono aggiunti altri tre pochi giorni fa. O lo fate apposta, a questo punto.

“L’ “analisi critica” dei Brics e delle concezioni del multipolarismo che il segretario del Socit vanta, sfocia in una lampante e voluta ambiguità; parla di dare rilievo alla “questione nazionale “, ma si esime dal dare un minimo giudizio o valutazione riguardo la natura della Russia e della Cina, reazionarie e imperialiste.”

Perché non cadiamo nella gonfiatissima, settaria e abusata retorica degli “opposti imperialismi”, che vorrebbero sullo stesso piano qualsiasi potenza mondiale all’imperialismo statunitense, negando il ruolo progressista dei BRICS nel creare condizioni, nonostante non manchino contraddizioni come già detto nella precedente analisi, allo sviluppo di risposte unitarie da parte dei popoli oppressi (lo stiamo vedendo in Africa). Se approfondiste la storia della politica extraparlamentare in Italia durante la Guerra Fredda, potreste trovare delle simpatiche analogie fra le vostre posizioni e linguaggi pomposi al limite del parodistico con formazioni svezzate dalla GLADIO, appositamente per creare contraddizioni in merito alla visione internazionale di formazioni comuniste più sviluppate.

“Il programma del Socit, falsamente internazionalista (in realtà antiamericanista) e intimamente contraddittorio (i “numi tutelari” del Socit erano convinti nazionalisti), è anche del tutto velleitario in quanto mira a creare un’internazionale di “patrie libere”: come potrebbe la “patria italica” garantire la libertà delle “patrie oppresse” se la borghesia imperialista non viene abbattuta?”

“Tuttavia, esso non è un patriottismo che funge da paraocchi, in quanto l’obiettivo di una lotta internazionale ad usura e capitale resta fondante ad una vera liberazione da influenze infauste, nonché come vera ed unica garanzia di riuscita del processo rivoluzionario.” letteralmente il punto uno del programma. Mi chiedo cosa vorrà dire “lotta internazionale”.

Di qui la critica spietata che rivolgiamo al Socit di formulare vuoti appelli, utili solo a ingannare i proletari e a favorire la demagogia nazionalista reazionaria (i fascisti non hanno forse presentato le loro imprese banditesche come guerre della “nazione proletaria” e “missioni civilizzatrici”?).

Non è spietata, è vuota, frignona, scarsamente strutturata, sintatticamente carente. La spietatezza non viene dai toni, viene dai contenuti. Qui siamo d’innanzi ad una preparazione scarna e motivata ormonalmente da un certo impatto causato dalla scorsa risposta, sia per la sua totale inefficacia, sia per il tono particolarmente pungente proprio della risposta.

“Quanto alle calunnie che ci vengono rivolte di non avere legami internazionali (sic!), chiunque può facilmente rendersi conto della realtà che non può essere oscurata dalle menzogne di un pallone gonfiato artificialmente (come i suoi social) che vorrebbe conciliare l’inconciliabile: il socialismo proletario e il patriottismo borghese, Majakovsky e Marinetti…”

“…dalle menzogne di un pallone gonfiato artificialmente (come i suoi social)“, artificialmente nel senso che putinisti e i trumpisti ci comprano i mi piace? Il mio ego è frutto di sperimentazioni cinesi? I trenta mi piace canonici sulla vostra pagina Instagram di cui venti sono stranieri li conteggiate come rapporti internazionali?

E’ una domanda che mi sorge spontanea, e come per le altre risposte in questa contro-contro-contro critica, dettagliate pure quello che intendete dire (magari scrivete per mail). Ho letto qualcosa in merito al CIPOML, ed è basicamente un’internazionale di partiti marginali (piano con le tastiere, al momento il SOCIT è anch’esso tale, non vuole essere offesa) e scissionistici. Come fate non ironicamente a metterlo al pari di contatti con partiti rivoluzionari al potere?

“In conclusione: quando critichiamo l’ideologia e la politica di gruppi come il Socit, zeppi di fascisti che si nascondono o “si vergognano” di essere tali, dobbiamo tenere presente l’obiettivo che essi si prefiggono in un determinato momento. Oggi quello di alimentare la confusione per raggruppare forze giovanili su posizioni funzionali all’offensiva sviluppata dai settori più reazionari e imperialisti della borghesia.

Rinnoviamo quindi l’appello ai giovani rivoluzionari di origine proletaria di rompere definitivamente col Socit e gruppi simili, per abbracciare il marxismo-leninismo e l’internazionalismo proletario.”

Compagni all’ascolto, mi raccomando: rompete immediatamente col SOCIT, ve lo chiedono i compagni che in due analisi hanno dimostrato di avere una peculiare capacità elaborativa delle informazioni lette, un’ampia capacità di analisi critica ed una profondissima conoscenza di nozioni storiografiche. Mi unisco a questo accorato appello contro al socialismo italico, è ora che finalmente questa realtà esistente dal 2006, e che ha aspettato ben quindici anni di poter criticare un partito in più, abbia soddisfazione.

Perché loro, al contrario del SOCIT, sanno come parlare al proletariato! E si vede!

Giovanni Amicarella

Postilla del 18 aprile:

Da bandiera rossa a bandiera bianca nel giro di due contro-critiche, senza però toglierci la delizia di una storiella rancorosetta (messa e subito dopo rimossa) come colpo di coda (piena di illazioni come al solito, ovviamente, e con menzioni a fatti che non ci riguardano direttamente)

Dite che per la prossima realtà almeno se lo leggeranno il programma? Il fronte unito hoxha-maoista ricavato per la situazione era abbastanza ilare, per quanto contraddittorio.

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