Reportage dell’evento realizzato dal CeSEM assieme ad Anteo Edizioni, Piste Nomadi e Artverkaro, a cura di Giovanni Amicarella. Registrazione disponibile sul nostro canale Youtube.
L’Eritrea è una parentesi peculiare della storia del continente africano, andando a sublimare nella sua storia diverse caratteristiche e peculiarità. Una società multilinguistica, multiconfessionale, che fu colonia e fu simbolo di una rivendicazione identitaria e un’autodeterminazione popolare che ancora oggi non possono non suscitare interesse. L’incontro del 25 ottobre – con relatori Luca Pingitore e Alessandro Pellegatta, attraverso foto e filmati, racconti di chi è andato e ha vissuto l’Eritrea – aveva come filo rosso proprio la scoperta di questa capacità di resistenza, o se vogliamo usare un termine molto abusato in questi tempi “resilienza”, insito nell’identità nazionale del popolo eritreo. Le tracce del colonialismo italiano, tranne dove ha trionfato amaramente la speculazione edilizia, sono rimaste vive. Oltre la retorica degli “italiani brava gente”, oltre i facili moralismi, il popolo eritreo è riuscito a uscire a testa alta da una lunghissima guerra per l’indipendenza dall’Etiopia, durata dal ‘61 al ‘91, senza mai macchiare di vittimismo né il processo di decolonizzazione né tantomeno la propria volontà di diventare nazione autonoma. Asmara conserva così quell’aria portata dai coloni italiani, nelle sue peculiarità architettoniche e nelle sue specialità gastronomiche.

L’architettura in particolare sublima a pieno lo stile islamico, l’Eritrea affacciandosi sul Mar Rosso è stata spesso meta dall’Arabia, a quello razionalista (ma non manca certo quello neoclassico, e ancora quello futurista) portato dall’occupazione italiana. Per molti architetti e progettisti l’esperienza coloniale fu un’autorizzazione a osare in stili e materiali con molta più libertà che in patria, dando vita a edifici che hanno resistito alla prova del tempo e ancora testimoniano parte della storia eritrea. Fra essi, un esempio perfetto è la stazione di servizio Fiat Tagliero, progettata da Pettazzi per ricordare la forma di un aereo, in pieno stile futurista. Sarebbe stato illegale in Italia per le regolamentazioni del tempo, visto che le “ali”, ancora integre, sono di calcestruzzo senza supporti. La struttura, così come altre, è tutelata e mantenuta come patrimonio storico direttamente dal Governo di Asmara.
Una parentesi su un tema che, molto a parole e poco nei fatti, è molto caro all’Occidente è stato occupato dall’ambiente: i grandi progetti di rimboschimento, condotti come progetti giovanili, per inverdire aree che si stanno gradualmente riprendendo dalle conseguenze della lunga guerra di indipendenza e dalla desertificazione. L’area marittima, rimasta in gran parte intonsa al contrario che in altre mete turistiche, è ciò che ha reso la nazione molto ambita dalle varie potenze regionali, offrendo uno sbocco su uno snodo commerciale vitale per collegare Mediterraneo e Oceano Indiano. Questa attrattività, che ha valenza sia commerciale che militare, non ha tardato a rendere l’Eritrea bersaglio di diverse mire. Gli scorsi marittimi che offre sono qualcosa di unico, oltre la commercializzazione e il mercantilismo a cui è stata riservata altra bellezza naturalistica nel continente.

Sebbene in alcune zone, sia per lingua che per cultura (specialmente ad Asmara), si possa respirare da parte italiana una certa “aria di casa” lascito del periodo coloniale, Pellegatta ha ben puntualizzato di andare preparati a visitarla, conoscendone la storia e le peculiarità, piuttosto che trattare la meta come una “gita fuori porta” o, peggio ancora, una scappata in un resort turistico, condizione che ne vanificherebbe completamente l’esperienza formativa.
Foto di Alessandro Pellegatta, Marco Rizzini, Antonio Ratti
All’evento si è anche trattato dei seguenti volumi, in loco disponibili per l’acquisto, che offrono spunti ulteriori su storia e geopolitica dell’Eritrea e delle aree limitrofe:
“Eritrea, avanguardia di un’Africa nuova”, a cura di Filippo Bovo. Dell’Eritrea, di questo giovane e promettente Paese, caratterizzato da una storia tanto gloriosa quanto antica, si parla sempre poco, troppo poco. “Eritrea – Avanguardia di un’Africa nuova” cerca proprio di colmare questa lacuna, raccontandoci le innumerevoli vicissitudini di una terra sorprendente, che con l’Italia vanta un profondo legame. Dalla mitica Terra di Punt al leggendario Regno di Axum, dal periodo coloniale al dominio etiopico, dall’epica guerra per l’indipendenza fino alla conquista della libertà, “Eritrea – Avanguardia di un’Africa nuova” condurrà il lettore attraverso un percorso emozionante ed insospettato, riccamente informandolo sulla storia e la vita di un Paese che merita assolutamente d’essere stimato, conosciuto e raccontato. Info: Anteo Edizioni
“La partita eritrea (1941 – 1952)”, a cura di Alessandro Pellegatta. Questo saggio illustra quello che quasi nessuno racconta, facendo ricorso anche a fonti recentemente desecretate. L’Eritrea, la “colonia primigenia” italiana, divenne una pedina sullo scacchiere internazionale del Secondo dopoguerra, e venne sacrificata in sede ONU agli appetiti di Inghilterra e Stati Uniti, in violazione dei principi internazionali di autodeterminazione dei popoli. L’Eritrea, in base alla Risoluzione ONU 390A(V), nel 1952 fu infatti ‘federata’ all’Etiopia e poi annessa unilateralmente nel 1962, in palese violazione delle disposizioni internazionali. Il ‘risultato’ fu che l’Eritrea e il suo popolo dovettero combattere per 30 anni per riappropriarsi di quello che era stato loro sottratto ingiustamente. Che la memoria di questi anni resti d’insegnamento per le future generazioni e per tutti coloro che hanno a cuore il futuro del Corno d’Africa. Nel libro è presente anche un’Appendice che narra la “partita eritrea” che si sta ancora oggi svolgendo. Info: Anteo Edizioni