Siamo per abolire lo sfruttamento rappresentato dall’alternanza, ma siamo anche contro lo sciacallaggio sulle vittime.

Sciacallaggio rappresentato da chi spunta come un fungo ogni volta che uno studente trova la morte al posto della formazione, per poi andare nuovamente in quiescenza, come un avvoltoio privato della carcassa.

Ciò è disgustoso, è sporco. Sono vittime che con il giusto impegno politico si potrebbero prevenire, eppure queste vacue solidarietà provengono sempre da partiti o realtà agganciate ad essi che almeno un membro in Senato lo hanno. Dov’è la proposta di legge? Dove sono gli interventi accorati?

Perché il massimo che viene proposto è il quarto d’ora di attenzione mediatica?

Il nostro pensiero va alle vittime, assassinate da un sistema ingiusto, ma guai a voler guardare al dito e non alla luna: le persone muoiono costantemente sul lavoro, con o senza alternanza, perché il problema sta nella sicurezza, fornita scarsa e spesso presa sotto gamba dai controlli sindacali, nelle valutazioni di salubrità dell’ambiente lavorativo.

Chi è morto, muore per la scarsa sicurezza sul lavoro. Capita anche a chi non è in alternanza e raramente si registra la stessa indignazione, a meno che non faccia comodo.

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